Il mondo del lavoro sta vivendo una profonda trasformazione e sempre più professionisti scelgono la via della flessibilità e dell’autonomia lavorativa diventando freelance. Questa forma di lavoro offre una libertà straordinaria, consentendo ai professionisti di scegliere i progetti su cui lavorare, stabilire i propri orari e godere di una flessibilità che può essere difficile da trovare in un lavoro tradizionale. Tuttavia, con questa libertà arrivano anche sfide uniche e responsabilità finanziarie.
Se ti interessa intraprendere una carriera freelance o semplicemente vuoi saperne di più su questa modalità di lavoro, continua a leggere per scoprire tutto ciò che c’è da sapere sul lavoro freelance.
Lavoro freelance: cos’è e perché molti lo preferiscono
Il mondo del lavoro freelance, noto anche come il “popolo delle partite IVA” in Italia, è una realtà in costante crescita: merito della notevole autonomia e indipendenza nella gestione della propria carriera e del tempo tipica di questa tipologia di lavoro. Ma cosa significa realmente lavorare come freelance?
I freelance sono lavoratori che hanno abbracciato le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, creando le proprie aziende individuali e offrendo i propri servizi a clienti privati o imprese. Questi professionisti possono avere competenze varie, che spaziano dall’informatica alla matematica, dalla creatività alla consulenza. Sono soliti utilizzare strumenti e tecnologie innovative per svolgere il proprio lavoro. Tra di loro troviamo fotografi, reporter, addetti stampa, commercialisti, architetti, artisti e specialisti del web marketing, come editor, copywriter, illustratori e videomaker, solo per citarne alcuni.
Una delle principali ragioni per cui molti professionisti scelgono di lavorare come freelance è la libertà che questa modalità offre: essi non sono legati da vincoli contrattuali o di esclusività con un’unica azienda, cosa che gli permette di collaborare con diversi clienti e progetti contemporaneamente. Tuttavia, a differenza del lavoro come subordinato, i freelance devono assumersi la responsabilità di pagare le proprie tasse, assicurazione sanitaria, contributi pensionistici e altri oneri fiscali. Ad ogni modo, questa autonomia permette ad un freelance di gestire le proprie ore di lavoro in base alle proprie preferenze, che sia lavorando in remoto con completa flessibilità o recandosi direttamente presso i clienti per svolgere i progetti.
Cosa cambia tra autonomo e freelance?
La distinzione tra autonomo e freelance è piuttosto labile e basata principalmente su differenze concettuali, anche perché entrambe le categorie sono considerate soggetti passivi IVA, ma la gestione contabile può variare notevolmente.
La chiave per comprendere questa differenza risiede nell’interpretazione dei termini nel nostro Codice Civile. In sintesi, la differenza fondamentale risiede nel fatto che il libero professionista è un lavoratore autonomo che svolge un’attività di natura intellettuale, mentre l’autonomo con partita IVA è coinvolto in un’attività di natura più manuale o commerciale.
Ad esempio, un architetto e un commerciante possono entrambi essere titolari di partita IVA e godere di uno status autonomo, ma le loro attività e il tipo di servizi che offrono possono essere molto diversi. La distinzione tra queste due categorie è importante nell’ambito delle normative fiscali e delle responsabilità contabili, ma nella pratica quotidiana, entrambi sono professionisti indipendenti che operano in modo autonomo.
Quali sono i lavori da freelance?
Il crescente ricorso ai freelance da parte delle aziende è spinto principalmente dalla possibilità di ridurre i costi operativi e gli obblighi associati all’assunzione di personale dipendente. Le imprese che si avvalgono dei freelance evitano di dover gestire aspetti come le ferie o le assenze per malattia dei professionisti, risparmiando così risorse e semplificando la gestione.
Inoltre, le aziende pagano direttamente ai freelance solo il compenso previamente concordato, senza dover sostenere ulteriori costi o oneri aggiuntivi. Negli ultimi tempi, molte aziende hanno manifestato una crescente domanda di servizi freelance, ricercando professionisti per svolgere una vasta gamma di compiti. Tra i lavori da freelance più richiesti troviamo:
- Giornalista o pubblicista
- Copywriter o ghostwriter
- Traduttore e interprete
- Editor
- Graphic designer
- Fotografo e videomaker
- Social media manager
- Social media specialist
- Sviluppatore web
- Sviluppatore software
- Video editor
- SEO specialist
- Marketing specialist
- Web designer
- Email marketer
Questi sono solo alcuni esempi dei numerosi ruoli e professioni ricercati dalle aziende per progetti e collaborazioni freelance.
Freelance in Italia: quanti sono e quali lavori svolgono
L’Italia è una delle nazioni leader in Europa per quanto riguarda la presenza di freelance, con un impressionante totale di 3 milioni e 500 mila liberi professionisti registrati nel 2020. In parallelo a questo aumento esponenziale, sono proliferate anche le piattaforme online dedicate ai freelance, che fungono da marketplace per la compravendita delle prestazioni dei professionisti autonomi.
Uno dei dati più significativi è che oltre il 70% delle nuove aperture di partite IVA coinvolge persone fisiche, mentre il restante 30% riguarda società di capitali, società di persone e quote di non residenti. Se il 14% dei freelance italiani ha un’età compresa tra i 25 e i 29 anni, e oltre il 35% rientra nella fascia sotto i 40 anni, una quota superiore al 60% ha un’età compresa tra i 40 e i 64 anni, con redditi talvolta inferiori ai 10.000 euro all’anno. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei freelance in Italia, la maggioranza si trova al nord, rappresentando poco più del 40% del totale, mentre il restante 60% è distribuito tra il centro, il sud e le isole.
Un altro aspetto rilevante emerge dall’analisi dei dati EU-LFS: a differenza di altri occupati nell’Unione Europea, i freelance in Italia tendono a concentrarsi su un’unica attività lavorativa, senza altre occupazioni. Riguardo alle attività professionali, un numero significativo di freelance opera nei settori della grafica e del digitale, seguito da un mercato delle consulenze seppur meno ampio.
Freelance senza partita IVA: quando è possibile?
L’apertura della partita IVA è spesso vista come un passaggio obbligato per chi desidera lavorare come freelance in un contesto di gig economy. Tuttavia questa regola, come vedremo, non è sempre applicabile. La partita IVA può risultare particolarmente onerosa per professionisti che operano come freelance, inoltre, implica una gestione burocratica e contabile che richiede tempo e risorse considerevoli, tra cui acconti sulle tasse, spese per il commercialista e contributi previdenziali salati.
Tuttavia, esiste una soluzione alternativa alla partita IVA, che non prevede l’obbligo di emettere fatture: la ritenuta d’acconto. In questo caso, quando ti viene commissionata una prestazione professionale occasionale, non sei tenuto a emettere una fattura fiscale o una ricevuta fiscale alla fine del lavoro. Piuttosto, devi compilare una ritenuta d’acconto su un documento in carta libera, indicando i tuoi dati e quelli del committente, il tipo di lavoro svolto e l’importo pattuito come compenso lordo, al quale va aggiunta la ritenuta d’acconto del 20%, che il committente deve versare allo Stato.
Tuttavia, per poter usufruire di questa modalità, devi rispettare due requisiti importanti:
- L’attività può essere svolta per non più di 30 giorni lavorativi consecutivi.
- Il reddito annuo lordo non deve superare i 5000 euro.
Una volta superata questa soglia di reddito, dovrai pagare le tasse sull’eccedenza. Per evitare errori e scegliere la soluzione più adatta, è consigliabile consultare un consulente esperto in materia.
Come cercare lavoro da freelance?
Nonostante il lavoro da freelance possa comportare una mancanza di sicurezze e garanzie rispetto all’impiego tradizionale, questa categoria professionale sta crescendo in modo significativo. Sempre più giovani sono spinti verso l’idea di lavorare in proprio, grazie all’ampia gamma di professioni digitali disponibili e alle numerose piattaforme online che facilitano la ricerca di opportunità lavorative.
Se desideri intraprendere la carriera di freelance, il web rappresenta il canale principale da sfruttare. Esistono piattaforme specializzate che si rivolgono a diverse categorie professionali, consentendo ai freelance di promuovere il proprio lavoro in modo efficace. Questi siti consentono di creare profili dettagliati e di elencare i tuoi servizi, offrendo una vetrina virtuale per attirare clienti interessati.
Tuttavia, è altrettanto cruciale aumentare la propria visibilità al di fuori di queste piattaforme, creando un sito web professionale che possa funzionare da biglietto da visita e aiutarti a costruire il tuo personal branding. Puoi utilizzarlo per presentare i tuoi servizi, mostrarne i risultati e condividere informazioni di contatto. Anche i social media, in particolare LinkedIn, possono aiutarti a connetterti con altri professionisti e potenziali clienti. Cura il tuo profilo, condividi il tuo lavoro e partecipa a discussioni rilevanti per il tuo settore.
Non aspettare che le opportunità ti vengano incontro: invia candidature spontanee alle aziende che potrebbero necessitare dei tuoi servizi, o alle agenzie per il lavoro come in.HR. Presenta una proposta convincente e metti in evidenza i vantaggi di collaborare con te.
Se sei alle prime armi, considera l’idea di seguire corsi di formazione online per acquisire nuove competenze o perfezionare quelle esistenti. La formazione continua ti renderà più competitivo nel mercato del lavoro freelance.