NASPI 2023: guida completa all’indennità mensile di disoccupazione

L’esperienza della perdita del lavoro può essere profondamente demotivante e stressante per chiunque. Le sfide finanziarie e l’incertezza che ne derivano possono mettere a dura prova la stabilità e la tranquillità di chi si trova in questa situazione. Ed è proprio in momenti come questi che la NASPI, l’Indennità Mensile di Disoccupazione, si rivela un prezioso alleato per coprire le spese essenziali e offrire una sorta di ammortizzatore sociale mentre si cerca attivamente un nuovo impiego. 

Nella nostra guida completa sulla NASPI 2023, esploreremo ogni aspetto di questa indennità, dagli importi spettanti ai requisiti necessari per poter accedere a questo importante beneficio. Inoltre, ti aiuteremo a capire quanto si prende al mese con la disoccupazione con pochi calcoli. Rendere la NASPI 2023 accessibile e comprensibile è fondamentale per chiunque si trovi ad affrontare la disoccupazione. 

Indennità mensile di disoccupazione: beneficiari e requisiti della Naspi 2023

La NASPI è un sostegno fornito dall’INPS per aiutare i lavoratori dipendenti che hanno perso il loro lavoro in modo involontario a partire dal 1° maggio 2015. Questo sussidio è destinato a fornire un aiuto finanziario mensile a coloro che si trovano nella difficile situazione di disoccupazione, offrendo un supporto economico mentre cercano una nuova opportunità di lavoro.

L’indennità mensile di disoccupazione può essere richiesta da tutti i lavoratori dipendenti, fatta eccezione per: 

  • dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
  • operai agricoli a tempo determinato;
  • lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa;
  • lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la NASPI.

Tutti le altre categorie di lavoratori, per poter richiedere la NASPI 2023, devono rispettare due tipi di requisiti

  1. Stato di disoccupazione. Si considerano disoccupati coloro che sono privi di un’occupazione a causa di una perdita involontaria del lavoro. Questi individui devono dichiarare la loro immediata disponibilità a lavorare e a partecipare a programmi di politiche attive del lavoro concordati con il centro per l’impiego, tramite la procedura telematica sul portale nazionale delle politiche del lavoro. È fondamentale sottolineare che lo stato di disoccupazione deve essere involontari; sono esclusi pertanto i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato a seguito di dimissioni o di risoluzione consensuale, fatta eccezione per dimissioni per giusta causa; dimissioni intervenute durante il periodo tutelato di maternità; risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso altra sede; licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione e licenziamento disciplinare.
  2. Requisito contributivo. Il requisito contributivo rimane invariato anche per la NASPI 2023. È necessario aver accumulato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Queste settimane di contribuzione possono comprendere contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria, periodi di congedo parentale regolarmente indennizzati e intervallati da rapporti di lavoro, o periodi di astensione dal lavoro per assistere un soggetto con handicap in situazione di gravità, purché sia coniuge, genitore, figlio, fratello o sorella convivente. È importante notare che alcuni periodi, come quelli di cassa integrazione straordinaria e ordinaria con sospensione dell’attività a zero ore, o quelli di assenza per permessi e congedi per assistenza a un soggetto con handicap, non sono considerati “utili” per il conteggio contributivo e vengono “neutralizzati,” estendendo il quadriennio di riferimento (cioè gli ultimi 4 anni) per il calcolo dei requisiti.

Quanto dura la Naspi, indennità mensile di disoccupazione?

La durata dell’indennità di disoccupazione NASPI è variabile e dipende dalla storia contributiva di ciascun individuo. In genere, viene corrisposta per un periodo di tempo che equivale alla metà delle settimane di contribuzione accumulate nei quattro anni precedenti, con un limite massimo di 24 mesi.

È importante notare che, nel calcolo della durata, non vengono conteggiate le settimane di contribuzione che hanno già portato all’erogazione di prestazioni di disoccupazione in passato. Allo stesso modo, non si considera la contribuzione che ha generato prestazioni di disoccupazione erogate in un’unica soluzione in anticipo rispetto al normale periodo di fruizione.

Come faccio a sapere quanto mi spetta di disoccupazione?

Ti stai chiedendo quanto si prende con la NASPI 2023? Per conoscere la cifra esatta dell’indennità di disoccupazione, ti basta fare qualche semplice calcolo. 

Per iniziare, assicurati di avere a disposizione il tuo estratto conto previdenziale, che puoi richiedere facilmente attraverso la procedura telematica sul sito dell’INPS. A questo punto, dovrai sommare tutte le retribuzioni imponibili ai fini previdenziali che hai ricevuto nei quattro anni precedenti. Una volta ottenuto il tuo reddito di riferimento, devi dividerlo per il numero di settimane di contribuzione corrisposte. Il risultato ottenuto va poi moltiplicato per il coefficiente 4,33.

È importante tenere presente che l’importo massimo e l’imponibile di riferimento della NASPI vengono aggiornati annualmente per tener conto dell’inflazione. Ad esempio, secondo la circolare numero 14 del 3 febbraio 2023 rilasciata dall’INPS, l’importo massimo mensile della NASPI per il 2023 è aumentato a 1.470,99 euro, rispetto ai 1.360,77 euro del 2022, a causa dell’aumento dei prezzi al consumo.

Se il risultato del tuo calcolo è uguale o inferiore al salario minimo mensile stabilito dall’INPS per il 2023, ossia 1.352,19 euro (importo aggiornato al 2023), l’importo della NASPI sarà il 75% di questa retribuzione. Se superi questa soglia, il 25% della differenza tra la tua retribuzione mensile e l’importo di riferimento verrà aggiunto al 75%. In ogni caso, l’importo massimo dell’indennità non può superare i 1.470,99 euro al mese (importo aggiornato al 2023).

È importante notare che l’indennità di disoccupazione si riduce del 3% per via del meccanismo del décalage: la riduzione inizia al sesto mese di fruizione e si riduce ulteriormente dall’ottavo mese se hai 55 anni o più al momento della presentazione della domanda.

L’indennità può essere ridotta in alcune situazioni, come l’esercizio di un’attività autonoma con un reddito annuo inferiore a 5.500 euro, o nel caso di un titolare di più rapporti di lavoro subordinato a tempo parziale che cessa da uno dei rapporti. In quest’ultimo caso, la NASPI sarà ridotta dell’80% del reddito previsto.

Puoi ricevere l’indennità di disoccupazione tramite accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale o tramite bonifico presso un ufficio postale nel tuo CAP di residenza o domicilio. Assicurati che il conto corrente sia intestato o cointestato a te stesso, il richiedente della prestazione.

Quando si perde il diritto alla NASPI?

La NASpI rappresenta una fondamentale forma di protezione per coloro che perdono il loro lavoro. Tuttavia, è importante comprendere le differenze tra due situazioni cruciali: la sospensione e la decadenza, e in quali casi questo diritto può venir meno.

  • Sospensione. La sospensione è l’interruzione temporanea della NASPI. Ad esempio, se si trova un lavoro per un mese, la NASPI viene sospesa solo per quel periodo e poi ripresa alla fine del mese se non si trova un altro lavoro. La sospensione avviene in caso di rioccupazione con un contratto di lavoro subordinato che dura meno di sei mesi, ma l’indennità può essere ripresa se il reddito annuo presunto è inferiore a 8.174 euro o se si inizia una nuova occupazione all’estero in paesi dell’UE o con i quali l’Italia ha accordi bilaterali.
  • Decadenza. La decadenza rappresenta la perdita definitiva del diritto alla NASPI. Questo accade, ad esempio, quando si trova un lavoro a tempo indeterminato e quindi non si è più considerati disoccupati, oppure se si inizia un lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi senza comunicare il reddito previsto all’INPS entro un mese dall’inizio del rapporto di lavoro. Inoltre, la decadenza può verificarsi quando si acquisiscono i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, si opta per l’assegno ordinario di invalidità, o si omette di partecipare alle iniziative di orientamento previste dai centri per l’impiego, salvo giustificato motivo.

È importante sottolineare che quando si trova un nuovo lavoro, non è necessario informare personalmente l’INPS. Il datore di lavoro invierà la comunicazione all’INPS, che provvederà automaticamente a sospendere la NASPI. Alla scadenza del contratto di lavoro temporaneo, l’INPS riprenderà il pagamento dell’indennità dovuta.  

Naspi 2023: come fare la domanda online

A partire dall’aprile 2023, l’INPS ha messo a disposizione il nuovo portale per la richiesta della NASPI, a cui accedere tramite SPI, CNS o CIE. Tramite questo metodo telematico è possibile inoltrare la domanda di disoccupazione NASPI precompilata, rispettando il termine di decadenza di 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Il servizio di domanda Naspi precompilata offre all’utente diverse funzionalità:

  • Agevolare la compilazione del modulo di domanda per la prestazione NASpI, fornendo esempi dei dati da inserire e precompilando le informazioni relative alla propria posizione detenuta dall’Istituto.
  • Fornire una visualizzazione organizzata dei dati relativi a una specifica area attraverso una suddivisione modulare dei “Quadri” che compongono la procedura.
  • Mostrare eventuali punti critici emersi durante la compilazione della domanda, che potrebbero influenzare l’idoneità, la durata e il diritto alla prestazione.

In alternativa, si può fare domanda contattando telefonicamente il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile; oppure rivolgendosi agli enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici da loro offerti.