Nell’attuale panorama lavorativo, caratterizzato da un mondo globalizzato e da un’ampia gamma di prospettive, la gestione della diversità si è rivelata un elemento fondamentale per le aziende che desiderano rimanere competitive e promuovere un ambiente di lavoro inclusivo.
In questo contesto, il diversity manager è in grado di proporre un approccio strategico che mira a gestire la diversità all’interno di un’organizzazione, promuovendo l’inclusione e abbattendo le barriere che possono ostacolare il pieno potenziale dei dipendenti. Non si tratta solo di rispettare normative e politiche di parità, ma di andare oltre, per creare un clima di rispetto, comprensione reciproca e valorizzazione delle differenze.
In questo articolo, capiremo perché le diversità possono essere una risorsa per le aziende, e come valorizzarle attraverso le iniziative adeguate.
Diversity management: cos’è e perché è fondamentale in un’azienda
In un periodo in cui l’inclusione sul lavoro è un tema ricorrente nel dibattito pubblico, il diversity management rappresenta una risposta alle sfide che le aziende affrontano nel reclutare e gestire dipendenti con background eterogenei tra loro, in virtù della loro identità di genere, del loro orientamento sessuale, dell’etnia e della cultura di provenienza.
L’obiettivo principale del diversity management è quello di creare un ambiente lavorativo accogliente per ogni individuo, al fine di eliminare o ridurre lo stress e aumentare la produttività complessiva.
In che modo è possibile? Tramite la pianificazione di azioni mirate e programmi dedicati, l’azienda può dunque promuovere un’ampia e migliore inclusione dei dipendenti provenienti da diverse realtà all’interno della propria struttura organizzativa. La gestione della diversità inizia già durante il processo di reclutamento, evitando qualsiasi forma di discriminazione: l’attenzione deve concentrarsi piuttosto sulle competenze e le abilità del candidato, per valutare che siano in linea con le esigenze dell’azienda.
Il diversity management, sempre più importante per le aziende italiane, comporta numerosi vantaggi:
- Riduzione del turnover: un alto tasso di rotazione del personale spesso indica un livello di insoddisfazione elevato tra i dipendenti. Attraverso una gestione adeguata della diversità, si crea un ambiente di lavoro inclusivo e gratificante, riducendo così il turnover.
- Miglioramento della capacità di innovazione: l’eterogeneità all’interno dei team porta a una maggiore diversità di background e idee, fondamentali per l’innovazione. Una forza lavoro diversificata offre una vasta gamma di prospettive e competenze, favorendo la creatività e la capacità di innovare.
- Apertura al mercato globale: l’assunzione di lavoratori provenienti da diverse origini etniche e con competenze diverse permette alle aziende di comprendere meglio le esigenze dei clienti internazionali. Ciò consente di adattarsi più facilmente ai mercati globali e di ampliare il proprio raggio d’azione.
- Attrazione dei migliori talenti: la scarsità di lavoratori qualificati rappresenta una sfida per molte aziende, e questa situazione sarà ancora più sentita in futuro a causa dei cambiamenti demografici. Attraverso una politica di inclusione efficace, le aziende che si distinguono nell’assumere i migliori talenti otterranno un vantaggio competitivo significativo.
Cosa fa il diversity manager?
Il diversity manager è un professionista specializzato che opera principalmente nel campo delle risorse umane e ha una profonda comprensione delle dinamiche interpersonali. Il suo ruolo principale consiste nell’individuare e promuovere politiche e pratiche di inclusione all’interno dell’azienda, al fine di valorizzare le diverse caratteristiche di ogni persona e favorire l’integrazione di ogni dipendente e collaboratore, indipendentemente dalle loro diversità. La sua responsabilità non si limita solo a questo, ma si estende anche a considerare la diversità come un elemento strategico e a comprendere come possa apportare vantaggi all’azienda, diventando il suo punto di forza.
Nel dettaglio, il diversity manager si occupa di diverse attività, tra cui:
- Sviluppo e implementazione di politiche inclusive: il diversity manager lavora per creare politiche aziendali che incoraggino l’accettazione e l’inclusione di persone provenienti da background diversi. Questo può includere politiche contro la discriminazione, programmi di formazione sulla consapevolezza della diversità e misure per garantire l’uguaglianza delle opportunità.
- Sensibilizzazione e formazione: il diversity manager organizza sessioni di formazione e sensibilizzazione per educare i dipendenti sul valore della diversità e sulle pratiche di lavoro inclusive. Questo può includere workshop, seminari o incontri individuali, al fine di promuovere una cultura aziendale che valorizzi le differenze.
- Collaborazione con le parti interessate: il diversity manager lavora a stretto contatto con i dirigenti, i responsabili delle risorse umane e altri dipartimenti aziendali per garantire l’efficace implementazione delle politiche di inclusione. Collabora anche con i sindacati, le associazioni professionali e le organizzazioni esterne per promuovere la diversità a livello più ampio.
Infine, il diversity manager raccoglie dati e feedback sulle politiche di inclusione adottate dall’azienda, monitorando il loro impatto e valutando l’efficacia delle misure intraprese. Questo aiuta a identificare eventuali aree di miglioramento e a sviluppare strategie per promuovere una maggiore inclusione.
Come diventare diversity manager: formazione e opportunità
Se hai interesse a diventare un diversity manager, è importante seguire un percorso formativo adeguato per acquisire le competenze necessarie. Trattandosi di una formazione del tutto nuova, ad oggi non esiste un iter vero e proprio per lavorare come diversity manager.
Un’ottima base di partenza può essere acquisita attraverso gli studi superiori, in particolare con un liceo ad indirizzo umanistico. Questo tipo di istruzione ti fornirà una solida comprensione delle discipline umanistiche, come storia, filosofia e sociologia, che sono fondamentali per comprendere le dinamiche sociali e culturali.
Successivamente, un percorso di laurea ad indirizzo psico-socio-antropologico o socio-politico può essere particolarmente utile per specializzarti nella gestione delle risorse umane e acquisire una comprensione approfondita delle diverse dimensioni della diversità. Durante il corso di studi, potresti approfondire argomenti come la psicologia sociale, l’antropologia culturale e le politiche pubbliche legate all’inclusione.
Un’alternativa alla laurea può essere quella di seguire dei corsi professionali, sempre più frequentemente istituiti da enti privati e regioni, che forniscono un focus specifico sul mestiere di diversity manager.
Diversity management: esempi pratici per promuovere l’inclusione
Il diversity management offre diverse opportunità per sfruttare al meglio le varie forme di diversità presenti in un’azienda. Vediamone alcune:
- Diversità culturale: ogni cultura porta con sé valori, abitudini e spesso credenze religiose diverse. Studi dimostrano che avere un team composto da persone di culture diverse, con approcci, modi di pensare e di agire diversi, rappresenta una vera ricchezza per l’azienda, portando a un profitto superiore alla media.
- Diversità di genere: la diversità di genere è sicuramente un aspetto su cui molte aziende (incluse quelle italiane) si sono concentrate negli ultimi anni. Nonostante l’implementazione di politiche ad hoc, spesso si riscontrano ancora differenze significative nel livello retributivo e nelle opportunità di carriera tra uomini e donne. Alcune best practices in questo ambito includono iniziative e programmi per il rientro al lavoro delle madri, spazi dedicati all’allattamento, asili nido aziendali e congedi parentali.
- Diversità di età: le iniziative di Age Management mirano a valorizzare le competenze di ogni dipendente in base all’età. Un team diversificato per età può essere un valore aggiunto per un’azienda. Per esempio, i programmi di mentoring a doppio senso possono favorire la trasmissione di conoscenze tra figure più senior con esperienza e lavoratori più giovani che possono contribuire con competenze digitali e nuove prospettive.
- Diversità di abilità: l’inclusione delle persone con disabilità, sia fisiche che psichiche, prevede attività e iniziative volte a promuovere la loro carriera e a ridurre al minimo gli ostacoli che possono incontrare sul posto di lavoro. Questo può includere adattamenti dell’ambiente lavorativo, formazione specifica e sensibilizzazione del team per creare un ambiente inclusivo.
Diversity management: com’è la situazione nelle aziende italiane?
In Italia, la questione del diversity management sta assumendo sempre maggiore importanza, anche se spesso l’approccio è ancora superficiale e approssimativo, limitando le molteplici diversità presenti nel mondo del lavoro solo a questioni di parità di genere.
C’è ancora molto lavoro da fare in Italia, ma negli ultimi anni si è assistito a un rapido progresso che ha spinto molte aziende ad interessarsi a questo tema e ad includere un diversity manager tra i propri collaboratori per gestire al meglio questa attività.
Tuttavia, la maggior parte degli interventi si concentra principalmente sul Gender Management, mentre gli altri aspetti del diversity management vengono spesso trascurati. Sono pochissime, ad esempio, le aziende che si fanno carico di problematiche legate alle diversità etnico-culturali o all’età dei lavoratori.
Escludendo le grandi aziende o le multinazionali presenti in Italia, c’è ancora molto lavoro da fare e un maggiore impegno di risorse in questo ambito è necessario. Senza dubbio, negli anni a venire, si assisterà a progressi significativi, considerando l’interesse sempre crescente delle aziende per tali iniziative e i risultati positivi che comportano anche a livello di immagine aziendale.