Il congedo di paternità rappresenta un importante traguardo nella promozione della genitorialità condivisa e dell’equilibrio tra vita lavorativa e familiare. In Italia, questa misura si articola in due forme principali: il congedo obbligatorio e quello facoltativo. Il congedo di paternità obbligatorio, esteso a 10 giorni lavorativi, offre ai neo-papà l’opportunità di essere presenti nei primi, cruciali momenti di vita del proprio figlio. Parallelamente, il congedo facoltativo fornisce ulteriori opzioni per una partecipazione più attiva alla cura del bambino.
Approfondiamo i meccanismi di entrambe le forme di congedo, analizzando requisiti, durata, modalità di richiesta e benefici economici.
Cos’è e come funziona il congedo di paternità?
Il congedo di paternità è un diritto riconosciuto ai padri lavoratori che si articola in diverse forme. La principale è il congedo obbligatorio, un periodo di 10 giorni di astensione dal lavoro che può essere fruito a partire da due mesi prima della data presunta del parto fino a cinque mesi dopo la nascita. Questo periodo si estende a 20 giorni in caso di nascite multiple. Durante questo congedo, il padre riceve un’indennità pari al 100% della sua retribuzione.
L’obiettivo di questa misura è promuovere una distribuzione più equa delle responsabilità genitoriali e favorire un legame precoce tra padre e figlio. È importante notare che questo diritto si applica anche in caso di adozione o affidamento.
Il congedo di paternità obbligatorio è riservato ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato. Per le altre categorie professionali, come lavoratori autonomi, iscritti alla Gestione Separata e liberi professionisti, le regole rimangono diverse. Questi possono usufruire del congedo solo in circostanze eccezionali, come il decesso della madre, una sua grave infermità, l’abbandono del bambino o l’affidamento esclusivo al padre.
Recenti novità legislative, introdotte dal d.lgs. 30 giugno 2022 n. 105, hanno rafforzato la tutela di questo diritto. Sono state infatti previste pesanti sanzioni amministrative (da 516,00 € a 2.582,00 €) per i datori di lavoro che ostacolano la fruizione del congedo di paternità da parte dei loro dipendenti.
Oltre al congedo obbligatorio, esiste anche il congedo di paternità alternativo e il congedo parentale, detto anche congedo di paternità facoltativo. Iniziamo a fare chiarezza.
Come si calcolano i 10 giorni di congedo paternità?
Il congedo di paternità obbligatorio offre ai padri lavoratori 10 giorni di assenza retribuita, fruibili in un arco temporale che va da due mesi prima della data prevista del parto o dell’ingresso del figlio in famiglia fino a cinque mesi dopo l’evento. I 10 giorni a disposizione possono essere utilizzati anche in modo non continuativo, e possono essere scelti dal lavoratore a seconda delle necessità familiari e lavorative.
Congedo di paternità alternativo: cosa cambia?
Oltre al congedo obbligatorio, esiste una misura complementare nota come congedo di paternità alternativo, regolamentato dall’articolo 28 del D.Lgs. n. 151/2001, che offre una tutela aggiuntiva in situazioni particolari.
Il congedo alternativo permette al padre lavoratore di subentrare nel ruolo di caregiver primario, assumendo il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo equivalente a quello del congedo di maternità. Questa opzione si attiva in circostanze specifiche:
- decesso della madre
- grave infermità materna
- affidamento esclusivo del bambino al padre
- abbandono da parte della madre
- quando la madre è una lavoratrice autonoma
- se la madre non è occupata.
Durante questo periodo di congedo, il padre beneficia di un sostegno economico sotto forma di indennità giornaliera, che viene erogata dall’INPS e ammonta all’80% della retribuzione media globale giornaliera del lavoratore.
Che differenza c’è tra congedo parentale e congedo di paternità?
Se il congedo di paternità è obbligatorio per legge, il congedo parentale rappresenta un periodo di astensione facoltativa dal lavoro, concesso ai genitori per dedicarsi alla cura dei propri figli nei loro primi dodici anni di vita. Quando il congedo parentale viene utilizzato dal padre, si parla anche di congedo di paternità facoltativa.
La durata complessiva del congedo parentale può estendersi fino a dieci mesi, con la possibilità di raggiungere gli undici mesi in determinate circostanze. Nel dettaglio, il padre ha diritto a un periodo di tre mesi non trasferibili alla madre, a cui può aggiungere altri tre mesi, fruibili in alternativa tra i genitori. Questo significa che, potenzialmente, un padre potrebbe usufruire di sei o addirittura sette mesi di congedo.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, durante il periodo di congedo viene erogata un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera. Tuttavia, recenti miglioramenti legislativi hanno introdotto condizioni più favorevoli: per i primi due mesi di congedo, fruiti entro il sesto anno di vita del bambino, l’indennità sale all’80% per un mese e al 60% per il secondo. Nel 2024, in via eccezionale, entrambi questi mesi saranno coperti all’80%.
È importante sottolineare che il congedo parentale, e di conseguenza il congedo di paternità facoltativo, è principalmente destinato ai lavoratori dipendenti, inclusi categorie specifiche come i marittimi e il personale dell’aviazione civile. Tuttavia, sono state introdotte ulteriori novità anche per i lavoratori autonomi e quelli iscritti alla Gestione Separata, che hanno ora la possibilità di usufruire di tre mesi di congedo parentale con indennità.
Un aspetto fondamentale da tenere presente è l’incompatibilità del congedo con qualsiasi attività lavorativa. Durante il periodo di astensione, il genitore è tenuto a dedicarsi esclusivamente alla cura del figlio, senza svolgere alcuna prestazione lavorativa.
Congedo di paternità 2024: come richiederlo
Per richiedere il congedo di paternità nel 2024, è necessario seguire una procedura specifica. Innanzitutto, il prerequisito fondamentale è essere titolare di un rapporto di lavoro subordinato.
Una volta soddisfatta questa condizione, il processo di richiesta si articola in due fasi principali. La prima fase coinvolge il datore di lavoro. Il padre lavoratore deve comunicare all’azienda la sua intenzione di usufruire del congedo, specificando il periodo o i periodi desiderati. Questa comunicazione deve essere fatta con un preavviso di almeno cinque giorni lavorativi. Per i padri che desiderano iniziare il congedo in concomitanza con la nascita del bambino, è possibile presentare una richiesta scritta basata sulla data presunta del parto.
La seconda fase riguarda l’aspetto economico del congedo. Se l’indennità viene erogata direttamente dall’INPS, è necessario presentare una domanda all’ente previdenziale attraverso tre diverse modalità:
- utilizzando i servizi telematici disponibili sul sito dell’INPS
- contattando il numero verde dell’istituto
- avvalendosi dell’assistenza di un patronato.
Seguendo questa procedura, i padri lavoratori possono assicurarsi di godere pienamente del loro diritto al congedo di paternità, contribuendo attivamente alla cura del neonato e sostenendo la partner nei primi, cruciali giorni dopo il parto. Questa misura rappresenta un passo significativo verso una genitorialità più equa e condivisa, riconoscendo l’importanza del ruolo paterno fin dai primissimi giorni di vita del bambino.
Solitamente, gli indennizzi previsti dal congedo di paternità e da quello parentale vengono accreditati nel giro di 30 giorni.