Certificazione Unica: a cosa serve e a chi spetta?

Se sei un lavoratore dipendente, è probabile che tu conosca la Certificazione Unica, ma sei sicuro di sapere esattamente a cosa serve? Questo documento è molto più di una semplice formalità amministrativa. Rappresenta un resoconto dettagliato dei redditi percepiti e delle ritenute fiscali operate nel corso dell’anno solare precedente, fornito dai tuoi datori di lavoro o dagli enti pensionistici. È uno strumento cruciale per la compilazione della dichiarazione dei redditi e per il calcolo delle imposte da pagare o dei rimborsi da ricevere. 

Facciamo luce sulla questione, approfondendo cos’è la Certificazione Unica, chi è tenuto a riceverla e quali sono le scadenze da rispettare per evitare sanzioni. 

Certificazione Unica: cos’è e a cosa serve

La Certificazione Unica, comunemente nota come CU, è un documento fiscale fondamentale ai fini della dichiarazione dei redditi, che viene rilasciato da un datore di lavoro ai propri dipendenti, da un committente nei confronti di collaboratori occasionali e autonomi ma anche da un ente previdenziale. Questo documento, il cui rilascio è obbligatorio, riporta tutte le informazioni relative ai redditi percepiti nel corso dell’anno solare precedente. Tra queste vi figurano:

  • dati anagrafici  
  • redditi da lavoro dipendente 
  • redditi da pensione 
  • ritenute fiscali 
  • contributi previdenziali 

A cosa serve la Certificazione Unica? La CU è fondamentale per diversi scopi:

  • per i datori di lavoro serve a certificare i compensi versati e a verificare che quanto versato corrisponda effettivamente a quanto dichiarato dai lavoratori;
  • per i lavoratori è un documento essenziale ai fini del calcolo delle imposte. Senza questo documento, non sarebbe possibile compilare la dichiarazione dei redditi, sia che si tratti del modello 730 che del modello Redditi PF. 

È essenziale comunicare prontamente al datore di lavoro o all’ente erogatore eventuali errori o discrepanze riscontrati nella Certificazione Unica ricevuta, al fine di richiedere una correzione immediata. Nel caso di CU errata trasmessa entro il 18 marzo, poi corretta e ritrasmessa entro 5 giorni non è prevista alcuna sanzione. Se invece gli errori non vengono rettificati, è prevista una sanzione di 100 euro per ogni CU con il limite massimo di 50.000 euro per anno e sostituto d’imposta.

Chi deve presentare la Certificazione Unica?

La Certificazione Unica deve essere obbligatoriamente rilasciata dalle aziende, amministrazioni pubbliche, dai liberi professionisti, dalle associazioni e da altri enti che pagano redditi soggetti a ritenuta alla fonte, rispettando le scadenze comunicate dall’Agenzia delle Entrate. Per i pensionati, invece, la Certificazione Unica viene rilasciata dall’INPS. Il datore di lavoro compila la Certificazione Unica sulla base di un modello standard, per poi inviarla all’Agenzia delle Entrate telematicamente tramite il “modello ordinario”.

La scadenza per la consegna della Certificazione Unica viene fissata dall’Agenzia delle Entrate nel mese di marzo per i dipendenti, i pensionati e le prestazioni occasionali e nel mese di ottobre per i lavoratori autonomi. In caso di mancata consegna, il rischio è di incorrere in sanzioni pecuniarie, variabili in base al ritardo e alla gravità dell’inadempienza.

Che differenza c’è tra il CUD e la Certificazione Unica?

CUD e Certificazione Unica sono sostanzialmente la stessa cosa, infatti il termine Certificazione Unica (CU) ha sostituito il Certificato Unico del Dipendente (CUD) a partire dal 2015. Una novità nella Certificazione Unica però c’è: il nuovo modello, infatti, oltre ad includere i redditi lavorativi, riporta anche altri tipi di redditi, come ad esempio quelli derivanti da prestazioni occasionali.

Certificazione Unica per freelance e autonomi forfettari: come funziona?

Se sei un professionista con Partita IVA in regime ordinario, o gestisci una società di persone, di capitali o un’associazione senza scopo di lucro, devi presentare la Certificazione Unica per attestare i compensi e le ritenute pagate ai dipendenti o ai fornitori autonomi.

Tuttavia, se operi come lavoratore autonomo in regime forfettario o nel regime dei minimi e non hai dipendenti, collaboratori o fornitori ai quali versare le ritenute, non sei obbligato a emettere la CU.

Se invece devi emettere una Certificazione Unica nei confronti di un lavoratore autonomo che aderisce al regime forfettario e al regime dei minimi, non dovrai indicare la ritenuta d’acconto, perché con questi regimi fiscali non è prevista. In questo caso, gli importi dovuti devono essere indicati nel quadro “lavoro autonomo”, specificando l’importo complessivo pagato anche se non soggetto a ritenuta. 

Come trasmettere la Certificazione Unica 2024?

La Certificazione Unica deve essere inviata sia all’Agenzia delle Entrate che al dipendente (o collaboratore) percettore delle somme dichiarate, utilizzando:

  • il modello ordinario per l’Agenzia delle Entrate;
  • il modello sintetico per i lavoratori.

Entrambi i modelli sono disponibili per il download sul sito dell’Agenzia delle Entrate e devono essere trasmessi per via telematica attraverso Fisconline / Entratel autonomamente o tramite un intermediario abilitato. Subito dopo l’invio, il servizio telematico conferma all’utente la ricezione della certificazione tramite una ricevuta che attesta l’esito dell’elaborazione dei dati, e che costituisce la prova ufficiale della presentazione della comunicazione.

La scadenza per la consegna della Certificazione Unica 2024 è fissata al 18 marzo 2024, fatta eccezione per i redditi che non influiscono sulla prossima dichiarazione dei redditi 730 precompilata. Questo include i redditi da lavoro autonomo su cui è stata applicata una ritenuta fiscale, così come i redditi esenti o non dichiarabili tramite la dichiarazione precompilata. Per queste eccezioni, la scadenza della Certificazione Unica 2024 è fissata al 31 ottobre, coincidente con la scadenza del modello 770/2024.