Decreto Lavoro 2023: tutte le novità sugli incentivi per aziende e lavoratori

Il Decreto Lavoro 2023 introduce importanti novità riguardanti gli incentivi destinati a lavoratori e aziende. Questo provvedimento, a lungo dibattuto, mira a favorire la crescita economica e l’occupazione, offrendo strumenti e agevolazioni per sostenere il mondo del lavoro. 

In questo articolo, esploreremo in dettaglio le principali novità previste dal Decreto Lavoro 2023: dalle agevolazioni sulle assunzioni agli sgravi contributivi; dalle modifiche all’assegno unico universale agli incentivi per gli under 30, offrendo una panoramica completa e aggiornata sulle ultime novità nel campo del lavoro.

Decreto Lavoro 2023: le modifiche sui contratti a termine

Il Decreto Lavoro 2023 ha dato un forte scossone al mondo dei contratti a termine, aprendo nuove prospettive per le imprese e i datori di lavoro. L’obiettivo principale è quello di semplificare le regole introdotte dal precedente Decreto Dignità nel 2018, con una serie di novità riguardanti i lavoratori con contratti a tempo determinato

Una delle principali novità riguarda la possibilità di estendere i contratti a termine oltre i primi 12 mesi iniziali, fino a un massimo di due anni aggiuntivi, con nuove motivazioni. Mentre prima l’obbligo era quello di convertire automaticamente i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato dopo 12 mesi, ora le imprese potranno proporre nuovi contratti determinati senza restrizioni motivazionali per il primo anno. 

Successivamente, potranno prolungare ulteriormente i contratti a termine fino a un totale di 36 mesi, presentando nuove motivazioni tra cui accordi sindacali, necessità tecniche o di sostituzione di lavoratori. Le modifiche del Decreto sui contratti a tempo determinato consentono alle aziende di avere maggiore flessibilità nel gestire il rapporto di lavoro, anche se comportano un incremento dello 0,5% di contribuzione a carico del datore di lavoro. 

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Cosa cambia per l’Assegno Unico Universale con il Decreto Lavoro 2023

Con il Decreto Lavoro 2023 sono entrate in vigore importanti modifiche all’Assegno Unico Universale, volte a fornire un supporto ancora più efficace alle famiglie con figli che hanno perso uno dei genitori. 

Con la legge di Bilancio 2023, gli importi dell’Assegno Unico e le soglie Isee sono stati adeguati all’inflazione, con un incremento dell’8,1%. Secondo il Decreto Legge, si prevede un aumento di 30 euro al mese dell’assegno unico per i figli minori appartenenti a famiglie con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) non superiore a 15.000 euro e con un solo genitore lavoratore, a seguito del decesso dell’altro genitore. 

La soglia minima Isee che dà diritto all’importo più elevato è passata da 15.000 a 16.215 euro, mentre l’importo massimo dell’assegno è aumentato da 175 a 189,2 euro. La soglia massima Isee è salita da 40.000 a 43.240 euro, consentendo un importo minimo di assegno di 54,1 euro rispetto ai precedenti 50 euro. Inoltre, la Manovra ha introdotto un aumento del 50% dell’Assegno Unico per ogni figlio di età inferiore a un anno, indipendentemente dall’Isee, per i nuclei familiari con quattro figli e per quelli con almeno tre figli per ogni figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione che l’Isee non superi i 40.000 euro.  

Incentivi assunzioni 2023: a quali categorie di lavoratori spettano? 

Il panorama delle assunzioni nel 2023 si presenta con una serie di incentivi contributivi a disposizione dei datori di lavoro che assumono lavoratori appartenenti a specifiche categorie. Infatti, la Legge di Bilancio per l’anno in corso ha introdotto una serie di agevolazioni per favorire le assunzioni di giovani; over 50; donne svantaggiate e percettori di reddito di cittadinanza. I Bonus assunzioni 2023 possono essere richiesti dai datori di lavoro, inclusi le cooperative e i professionisti, fatta eccezione per gli enti della Pubblica Amministrazione.

Ma cosa significa esattamente assunzione agevolata? Si tratta dell’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato che permette al datore di lavoro di usufruire di sgravi contributivi e/o assicurativi per un periodo di tempo stabilito dalla legge. Tali agevolazioni si applicano esclusivamente sulla quota di contribuzione a carico del datore di lavoro.

Nello specifico, identifichiamo quattro casi di agevolazione per le assunzioni del 2023:

  • Per l’assunzione di lavoratori e lavoratrici di età superiore a 50 anni, la normativa vigente prevede uno sgravio parziale del 50%.
  • La legge di Bilancio 2023 prevede uno sgravio totale per l’assunzione di donne di almeno 50 anni di età disoccupate da oltre 12 mesi o di qualsiasi età.
  • L’assunzione di un lavoratore di età inferiore a 36 anni nel 2023 consente al datore di lavoro di beneficiare di uno sgravio contributivo totale per un periodo di 36 mesi o fino a 4 anni se la sede di lavoro si trova in una delle regioni svantaggiate del Mezzogiorno.
  • È previsto un incentivo per i datori di lavoro che assumono, con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, i beneficiari del reddito di cittadinanza. Questo implica l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e del lavoratore, escludendo i premi e contributi dovuti all’INAIL, entro il limite dell’importo mensile del reddito di cittadinanza spettante al lavoratore all’atto dell’assunzione, con un tetto mensile di 780 euro per un contratto a tempo pieno.

Le assunzioni agevolate nel 2023 offrono interessanti incentivi per favorire l’occupazione, permettendo ai datori di lavoro di beneficiare di riduzioni contributive significative. Queste misure puntano a favorire l’impiego di categorie specifiche e a stimolare la crescita economica del Paese.

Decreto Lavoro 2023: le novità per le assunzioni under 30

Il Decreto Lavoro 2023 apre nuove possibilità di impiego anche ai giovani under 30, grazie ad un incentivo chiamato “Bonus assunzioni under 30“, rivolto a tutti i datori di lavoro che decidono di assumere un lavoratore appartenente a questa fascia d’età, a partire da giugno 2023 fino alla fine dell’anno.

L’obiettivo dell’incentivo under 30 è quello di offrire opportunità lavorative ai circa 3 milioni di giovani italiani che attualmente non risultano occupati né impegnati in attività di studio. Si tratta dei cosiddetti “NEET” (Not in Education, Employment or Training), ovvero i giovani che non hanno un impiego né stanno seguendo un percorso di studio o formazione. L’Italia presenta una delle più alte percentuali di giovani inoccupati nell’Unione Europea, e il governo ha destinato 80 milioni di euro per il 2023 nell’ambito dell'”Iniziativa occupazione giovani”.

Gli incentivi per gli under 30 prevedono un sostegno che copre fino al 60% della retribuzione lorda dei nuovi assunti. Questo incentivo, rivolto ai datori di lavoro privati che assumono giovani di massimo 30 anni con contratti a tempo indeterminato o in apprendistato, verrà erogato attraverso un conguaglio nelle denunce contributive mensili per un periodo di 12 mesi.

È importante sottolineare che il Bonus assunzioni under 30 è cumulabile con altri incentivi simili, ma in tal caso la percentuale di sostegno scende al 20%. Si prevede che grazie a questa misura inclusa nel Decreto Lavoro 2023, almeno 70.000 giovani NEET possano trovare una nuova opportunità lavorativa. 

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Il futuro del Reddito di Cittadinanza: cosa cambia con il Decreto Lavoro

Il Reddito di Cittadinanza cambia volto a seguito delle modifiche apportate dal Decreto Lavoro 2023, che delinea un futuro più restrittivo per questo sostegno economico, come anticipato dalla maggioranza politica nei mesi precedenti.

La modifica più significativa riguarda la durata: a partire dal 1° gennaio 2023 il RDC viene erogato per un massimo di sette mesi. Tuttavia, alcune categorie come i nuclei familiari con minori, persone disabili (come definite dal DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159) e persone di età pari o superiore ai 60 anni, potranno continuare a ricevere il sostegno per la durata massima di 18 mesi.

Dal punto di vista finanziario, il Decreto sul Reddito di Cittadinanza permette un risparmio di spesa di circa 950 milioni di euro nel 2023, mentre gli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio 2020 rimarranno validi per gli anni successivi.

Un’altra novità riguarda la componente del reddito di cittadinanza relativa al canone annuo di affitto, che verrà erogata direttamente al proprietario dell’immobile. Tuttavia, l’attuazione di questa misura è ancora in attesa di un decreto specifico da parte del Ministero del Lavoro.

Nel caso di contratti di lavoro stagionale o intermittente, l’aumento del reddito derivante da queste attività non influirà sul calcolo del beneficio se rientra nel limite massimo di 3.000 euro lordi. Eventuali redditi superiori a tale limite dovranno ancora essere comunicati all’INPS.

Va inoltre segnalato che nel 2023 i datori di lavoro privati che assumono beneficiari del reddito di cittadinanza con contratti di lavoro a tempo indeterminato godranno di un esonero del 100% dei contributi previdenziali a loro carico.

Ricordiamo che, a partire dal 2024, il Reddito di Cittadinanza sarà abolito così come stabilito dalla Legge di Bilancio 197 del 2022. Per le famiglie più svantaggiate, in cui vi sono componenti che non possono lavorare, il Decreto Lavoro 48 del 4 maggio 2023 introdurrà a partire dal 1 gennaio 2024 il nuovo “Assegno di inclusione“, simile al Reddito di Cittadinanza ma rivolto esclusivamente ai nuclei familiari con minori, persone disabili e persone di età superiore ai 60 anni. Questo nuovo sostegno prevede obblighi di formazione e lavoro per i componenti “occupabili” e un contributo economico commisurato alle caratteristiche della famiglia.

Contemporaneamente, a partire dal 1 settembre 2023, entrerà in vigore lo strumento chiamato “Supporto per la formazione e il lavoro“, rivolto ai soggetti tra i 18 e i 59 anni appartenenti a nuclei familiari diversi da quelli sopracitati, con un ISEE familiare non superiore a 6.000 euro annui. Questa misura di attivazione al lavoro prevede la partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro. Tra le opzioni disponibili rientrano anche il servizio civile universale e i lavori socialmente utili. I partecipanti riceveranno un contributo fisso di 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi.

La partecipazione a entrambe le misure richiederà l’invio di una richiesta online e l’obbligo di firmare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro (DID) e un Patto per il Lavoro.È importante sottolineare che l’Assegno di Inclusione e il bonus per il Supporto Formazione Lavoro non potranno essere cumulati tra loro, poiché si tratta di strumenti indipendenti finalizzati a fornire sostegno economico e opportunità di lavoro a diverse categorie di persone in difficoltà.

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