Bonus busta paga 2023: cosa cambia per i dipendenti pubblici e privati

Con l’arrivo del nuovo anno, si è aperta la stagione dei bonus in busta paga per i dipendenti privati e pubblici. La Legge di Bilancio 2023 ha infatti introdotto importanti novità per il Bonus Renzi, il taglio del cuneo fiscale e altre agevolazioni fiscali, che coinvolgono diverse fasce di lavoratori. 

In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio cosa cambia per i lavoratori dipendenti e quali saranno le principali novità in arrivo per l’anno in corso. Scopriremo quali saranno gli effetti concreti di queste misure sulla busta paga dei dipendenti e quali sono i requisiti necessari per poter accedere ai vari bonus e agevolazioni fiscali previsti dalla Legge di Bilancio.

Bonus Irpef o ex bonus Renzi: nessuna variazione nel 2023

A seguito dei cambiamenti introdotti dalla nuova Legge di Bilancio, sono in molti a chiedersi se esiste ancora il bonus Renzi

La normativa che regola il trattamento integrativo dei redditi da lavoro dipendente e assimilati, non ha subito alcuna modifica rispetto all’anno precedente e continua a prevedere l’erogazione di una somma fissa di 80 euro

Tuttavia, lo scorso anno, la Legge di Bilancio 2022 aveva apportato delle modifiche all’IRPEF, introducendo una nuova curva delle detrazioni che prevede 4 aliquote anziché 5. Ciò ha comportato la modifica del Bonus Renzi e delle detrazioni, mantenendo tuttavia l’erogazione del Bonus Renzi per i redditi da lavoro dipendente fino a 28.000 euro, ma con modalità diverse rispetto al passato.

Attualmente, il Bonus Renzi prevede un bonus massimo mensile di 100 euro in busta paga e un tetto annuo di 1.200 euro. Questo beneficio viene concesso ai lavoratori dipendenti che soddisfano determinati requisiti. In particolare, i lavoratori con redditi fino a 15.000 euro hanno diritto a percepire l’intero importo del trattamento integrativo. Tuttavia, per i lavoratori con redditi superiori a 15.000 euro ma inferiori a 28.000 euro, l’accesso al bonus dipende dalla somma delle detrazioni per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Se la somma delle detrazioni supera l’imposta lorda, il bonus può essere richiesto ma il suo importo non può superare i 1.200 euro. Tra i beneficiari del provvedimento rientrano i dipendenti del settore pubblico e privato, i soci lavoratori delle cooperative, i lavoratori con contratto atipico o co.co.co., gli stagisti e i borsisti, i lavoratori socialmente utili, i disoccupati che percepiscono l’indennità mensile di disoccupazione NASpI, e infine i lavoratori in Cassa integrazione.

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Taglio Cuneo Fiscale: cos’è e chi potrà beneficiarne

La Legge di Bilancio 2023, che è entrata in vigore il 1° gennaio, ha introdotto importanti novità per i lavoratori dipendenti. In linea con le indicazioni del Governo precedente, il Parlamento ha deciso di attuare un ulteriore taglio del cuneo fiscale in busta paga, che si traduce in uno sconto sulle trattenute.

Questa nuova agevolazione, costata ben 4.185 miliardi di euro, prevede uno sgravio sulle trattenute che varia in base al reddito del dipendente. In particolare, l’agevolazione si divide in due decontribuzioni, che sono parametrate in base al reddito:

  • uno sgravio del 3% per i lavoratori che guadagnano meno di 20.000 euro all’anno (con un importo mensile non superiore a 1.923 euro);
  • uno sgravio del 2% per i lavoratori che guadagnano meno di 35.000 euro all’anno (con un importo mensile non superiore a 2.692 euro).

L’obiettivo è quello di favorire i lavoratori dipendenti con redditi più bassi, alleggerendo il peso delle tasse e delle imposte sulle loro buste paga. Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di tutela dei lavoratori, in seguito alla decisione del Parlamento di respingere l’introduzione del salario minimo e di attuare opzioni di salvaguardia per il mondo del lavoro. Infatti, come ha sottolineato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, l’obiettivo è di portare il taglio del cuneo fiscale al 5% entro i prossimi 3 anni.

Bonus stipendio 2023: quanto aumenterà la busta paga?

Quale sarà l’impatto di questa manovra sull’aumento dello stipendio nel 2023? Una stima degli aumenti in busta paga ci viene fornita dalla testata economico-finanziaria Il Sole 24 Ore, che ha effettuato alcune simulazioni per valutare l’impatto del cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori. 

Tuttavia, i risultati indicano che l’aumento sarà abbastanza limitato. Coloro che guadagnano fino a 10.000 euro lordi annui vedranno un aumento di soli 6 euro al mese, mentre chi guadagna 15.000 euro lordi annui avrà un guadagno di 10 euro al mese. Se il reddito annuo lordo del lavoratore è di 20.000 euro, l’aumento sarà di 11 euro al mese.

È importante sottolineare che, oltre agli incrementi derivanti dal taglio sul cuneo fiscale del 2023, ci sono anche altri benefici che sono già entrati in vigore nel 2022, come la riduzione del 2% prevista dal governo Draghi. 

Pertanto, confrontando le buste paga del 2023 con quelle del 2021, si può notare un aumento complessivo. Ad esempio, per i redditi lordi fino a 10.000 euro, la crescita è già stata di 13 euro che, sommati ai 6 euro del prossimo anno, porteranno a un aumento complessivo di 20 euro. Per chi guadagna 20.000 euro lordi annui, il totale salirebbe a 33 euro, sommando gli 11 euro del prossimo anno ai 22 euro già maturati.

Tuttavia, per chi guadagna più di 20.000 euro lordi annui, non ci saranno novità. Coloro che guadagnano 25.000 euro lordi annui, per esempio, manterranno il bonus di circa 27 euro mensili introdotto dal governo Draghi e confermato dall’attuale governo.

Bonus 2023 per i dipendenti pubblici

La Finanziaria 2023 prevede l’erogazione di un bonus mensile, pari ad un aumento dell’1,5% su 13 mensilità ai dipendenti delle amministrazioni statali, destinando ben un miliardo di euro soltanto a questa manovra.

La Ragioneria di Stato ha già pubblicato tutti gli importi e gli aumenti per i dipendenti pubblici, che vanno da 30 euro circa fino a un massimo di 135 euro circa, ma potrebbe non essere riconosciuto nella busta paga di febbraio 2023. Infatti il Noipa, il sistema informatico che si occupa della gestione delle buste paga dei dipendenti pubblici, potrebbe ritardare l’applicazione dell’incremento, a causa del poco tempo a disposizione.

Vediamo i comparti interessati dal bonus dipendenti pubblici:

  • Ministeri;
  • Enti pubblici non economici;
  • Agenzia Entrate;
  • Agenzia Accise Dogane Monopoli di Stato;
  • ENAC ANSFISA ANSV;
  • CNEL;
  • AGID;
  • Scuola;
  • AFAM;
  • Enti di Ricerca;
  • Università;
  • Sanità;
  • Funzioni Locali;
  • PCM;
  • Aeronautica;
  • Esercito;
  • Marina;
  • Carabinieri;
  • Guardia di Finanza;
  • Capitanerie di Porto;
  • Polizia di Stato;
  • Polizia Penitenziaria;
  • Cappellani Militari (Forze armate);
  • Cappellani Militari (Forze di polizia);
  • Vigili del Fuoco.

Per quanto riguarda le Forze armate e le Forze di polizia, è stato introdotto il cosiddetto bonus defiscalizzazione. Si tratta di un aumento nella busta paga che spetta a coloro che possiedono i seguenti requisiti: hanno percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.974 euro nel corso del 2021 e sono in costanza di servizio alla data del 1° gennaio 2022.

Il bonus dipendenti pubblici coinvolge circa 3,2 milioni di individui impiegati presso enti pubblici e territoriali, ed è finalizzato alla mitigazione degli impatti dell’aumento dei prezzi, in attesa dell’aggiornamento dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro scaduti per il periodo 2022-2024.