Ingegnere di processo: cosa fa e quanto guadagna

Per comprendere l’importanza dell’ingegnere di processo, dobbiamo innanzitutto inquadrare il contesto in cui opera, ovvero quello produttivo e industriale. Per mantenere la competitività in questo settore è fondamentale ottimizzare tutti i processi, sviluppando soluzioni orientate all’efficacia e all’efficienza della produzione.

Da questa necessità nasce la figura dell’ingegnere di processo: la sua capacità di ottimizzare i flussi di lavoro può aumentare la produttività, ridurre i costi e migliorare la qualità del prodotto finale. Inoltre, l’ingegnere di processo gioca un ruolo cruciale nell’identificazione e risoluzione dei problemi nei processi produttivi, contribuendo a garantire la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni industriali.

Se vuoi intraprendere questa gratificante carriera, ecco tutto quello che dovresti sapere per prepararti al meglio per il mondo del lavoro. 

Chi è l’ingegnere di processo e cosa fa

Se dovessimo definire il ruolo dell’ingegnere di processo con una semplice definizione, potremmo dire che questo professionista è la figura responsabile del processo produttivo industriale, e deve essere in grado di progettare, controllare e migliorare le operazioni per garantire la qualità, la produttività e l’efficienza dell’intero flusso di lavoro. 

Le mansioni principali dell’ingegnere di processo sono incentrate sull’ottimizzazione dei processi aziendali, per garantire che la produzione sia efficiente e che i prodotti finali soddisfino gli standard di qualità richiesti. Ciò comporta la valutazione continua delle prestazioni dei processi, l’identificazione di eventuali problemi o inefficienze e la proposta di soluzioni per migliorare le operazioni.

Per far questo, l’ingegnere di processo si concentra non solo sui processi produttivi, ma anche sui macchinari, sulle attrezzature e su tutte le risorse coinvolte nella produzione per identificare modi per migliorare l’efficienza, ridurre gli sprechi, abbassare i costi e aumentare i profitti.  

Il process engineer lavora a stretto contatto con il team di produzione e con quello di ricerca e sviluppo, per garantire che i processi siano coerenti con le esigenze aziendali e con le leggi e le norme in vigore. In sintesi, il process engineer è una figura chiave nella gestione e nell’efficienza dei processi produttivi di un’azienda.

Quali sono le mansioni dell’ingegnere di processo?

Le responsabilità del process engineer sono molteplici e abbracciano tutto il ciclo del sistema produttivo, interfacciandosi con diversi reparti aziendali. Per darti un’idea delle sue mansioni quotidiane, ecco un elenco non esaustivo: 

  • Ricerca, progettazione e sviluppo di nuove attrezzature.
  • Gestione dei costi e dei tempi.
  • Conformità a norme vigenti nei processi produttivi.
  • Analisi e test per verificare l’efficacia.
  • Risoluzione di problemi nel flusso produttivo.
  • Creazione di prototipi, valutazione di fattibilità e sicurezza.
  • Reportistica e documentazione sulle attività produttive.
  • Monitoraggio e revisione di attrezzature e macchinari.
  • Valutazione dei rischi in relazione a macchinari e processi produttivi.

Quali competenze trasversali deve avere il process engineer?

Come abbiamo visto, Il process engineer ha competenze diverse e poliedriche. Di solito ha una laurea in Ingegneria, in primis meccanica per chi vuole diventare un ingegnere meccanico di processo o chimica per chi vuole fare carriera come ingegnere di processo chimico. Tuttavia, una specializzazione in ingegneria dei processi industriali è considerata un valore aggiunto. Oltre al bagaglio formativo, che approfondiremo nel dettaglio, l’ingegnere di processo deve padroneggiare una serie di competenze trasversali, che sono importanti quanto quelle tecniche. 

L’ingegnere di processo possiede le competenze tecniche e scientifiche specifiche del settore, ha una solida comprensione della gestione economica e finanziaria e un’ottima capacità analitica. È dotato di creatività, capacità di problem solving, pensiero critico e attenzione ai dettagli. Inoltre, sa interpretare disegni e progetti tecnici e gestire team multisettore. Ha anche forti capacità comunicative, di negoziazione e leadership, e sa lavorare sotto pressione. Queste competenze gli permettono di gestire con successo il processo produttivo e di risolvere eventuali problemi che si presentano lungo il cammino.

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Come diventare ingegnere di processo: dalla formazione scolastica all’esame di stato

Per diventare un ingegnere di processo, è necessario intraprendere un percorso formativo che comprende i seguenti 5 step fondamentali:

  • Diploma di maturità: il primo passo per intraprendere questo percorso è quello di conseguire il diploma di maturità in una scuola superiore tecnica o scientifica. Questa prima formazione fornisce le basi necessarie per proseguire gli studi nel campo dell’ingegneria.
  • Laurea: successivamente, è necessario completare un programma di laurea in ingegneria industriale o meccanica o in una delle sue specializzazioni, come l’ingegneria chimica, termica o meccanica. Si possono anche seguire master di primo o secondo livello, che richiedono rispettivamente una laurea triennale o magistrale.
  • Esame di Stato: dopo aver completato il programma di laurea, è necessario superare l’esame di Stato per diventare ingegnere iscritto all’albo professionale. L’esame permette l’iscrizione in due sezioni: Ingegnere sezione A per chi ha una laurea magistrale o specialistica, o Ingegnere Junior sezione B per chi ha una laurea di primo livello o un diploma triennale.
  • Accesso al mondo del lavoro: una volta superato l’esame di Stato, sarai pronto per entrare nel mondo del lavoro come ingegnere di processo. Potrai trovare lavoro in aziende che producono beni di consumo, in industrie alimentari, farmaceutiche o chimiche, o in aziende che forniscono servizi di ingegneria.
  • Formazione continua: Per mantenere e migliorare le tue competenze, è importante continuare a formarti costantemente. Questo può comportare la partecipazione a corsi di formazione, la partecipazione a conferenze e workshop o la frequentazione di programmi di dottorato.

Quanto guadagna un ingegnere di processo?

Nel mercato del lavoro la figura dell’ingegnere di processo è una delle meglio retribuite nel settore industriale, sia per le competenze specialistiche che questo ruolo richiede, sia perché l’offerta non riesce a soddisfare la domanda.

Lo stipendio medio per un ingegnere di processo in Italia è di 35.000 euro annui o €17.95/ora. Diverso il discorso per l’ingegnere di processo junior, che può portare a casa fino a 31.000 euro all’anno, mentre quelli con più esperienza possono arrivare a 43.000 euro annui.

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