Ad una prima occhiata in Italia il mercato del lavoro sembra incredibilmente statico, ma non è così per tutti. Il mondo del lavoro, infatti, cambia alla velocità della luce, e le figure professionali richieste si adattano di volta in volta a questi cambiamenti.
Sappiamo che con Internet e il web sono emerse nuove professioni prettamente digitali, che continuano a dominare il mercato del lavoro; d’altra parte una delle qualità più richieste ad oggi dalle aziende è l’abilità di adattarsi (più o meno) a qualsiasi situazioni, riuscendo sempre a valorizzare le proprie competenze.
Inoltre occorre considerare un ulteriore fattore: è cambiata la mentalità (e la cultura) sul lavoro. Secondo numerose ricerche i giovani in cerca di occupazione sono più propensi a rifiutare posizioni lavorative che non ritengono adeguate alle proprie competenze o alla propria vocazione. Preferiscono la libertà di auto-realizzarsi al posto fisso, e ciò sottolinea una nuova spinta per il lavoro
Tenendo conto di questi fattori, proviamo a tracciare un quadro delle professioni più richieste dalle aziende.
In testa il settore digitale
A seguito della digital transformation, il processo di digitalizzazione dell’economia che sta modificando lavoro e processi di produzione e organizzazione aziendale, le professioni digitali sono tra le più richieste dalle aziende. Via libera quindi ai professionisti della comunicazione negli uffici di ogni tipo con un’attenzione speciale per il mondo social, sempre più determinante nell’ambito lavorativo; ma anche a chi si occupa di robotica troverà ruoli allettanti nelle fabbriche.
Tra le più richieste nell’ambito digitale troviamo le professioni dell’ICT (Information and Communication Technology), seguite dalle numerose professioni che fondono informatica e matematica. Nell’era dei Big Data c’è sempre bisogno di Big Data Analyst, Cloud Computing Expert, Data Scientist e di esperti di Cyber Security, che trovano occupazione in aziende di diverso tipo.
Ecosostenibilità
L’economia italiana – ma ciò accade anche a livello globale – trova nella sostenibilità ambientale e nel risparmio energetico un ulteriore sbocco verso il futuro, come emerge dal rapporto GreenItaly 2018, che sottolinea gli sforzi fatti da imprese italiane per abbracciare nuove logiche di produzione, più green. E sono dati importanti, che coinvolgono diversi settori e filiere produttive con innovazioni e fanno ben sperare anche sul fronte occupazionale.
Quali sono le professioni più richieste per questo settore? Si va dall’ingegnere energetico al risk manager ambientale, passando per il meccatronico green. Non solo: c’è spazio anche per figure professionali già esistenti che hanno avuto l’abilità di rinnovarsi e restare al passo con i tempi, e si occupa, ad esempio di reti elettriche a migliore efficienza.
Le professioni culturali? Un settore sempre in crescita
Sembra scontato ribadirlo, ma nel nostro Paese il turismo raggiunge ancora picchi altissimi e ad esso sono collegate moltissime professioni, anche molto diverse tra loro. Dall’animazione alle eccellenze nei campi della ristorazione, che è tuttora la punta di diamante del made in Italy. La conoscenza di lingue straniere nel settore culturale è di vitale importanza e può sempre tornare utile, soprattutto per lavorare nel settore turistico (dall’accoglienza in hotel alle guide turistiche).
Il cuore del sistema culturale però comprende anche la valorizzazione del patrimonio storico-artistico (come musei, biblioteche, archivi, monumenti), l’intrattenimento, le industrie culturali in senso stretto (cinema, radio, tv, videogame, software, editoria, stampa e musica) e le industrie creative afferenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura e design). La scelta è ampia, dunque.
Come per qualsiasi campo possedere le competenze adatte alla mansione da svolgere è essenziale. Ma se c’è una cosa che la digital transformation ha insegnato a tutti, indipendentemente dall’ambito lavorativo, è che la qualità più richiesta è sapersi adattare alle trasformazioni della società e mettersi continuamente in gioco. Affinando le proprie soft skills di volta in volta e, perché no, imparandone di nuove.